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Giuliano Cecone


figure ponte pieris cane don chisciotte vespa draghi

Giuliano Cecone, nativo di Pieris, vive a Turriaco ed è un “artista per caso”. Fumettista in gioventù, poi artigiano per hobby, trova spunto per il suoi lavori durante le passeggiate sulle rive dell'Isonzo: una radice o un ramo dall'aspetto inusuale, un sasso dal colore particolare possono ispirargli creazioni insolite, capaci allo stesso tempo di evocare creature degli inferi o immagini sacre.
La sua straordinaria capacità di vedere “forme nascoste”, senza realmente manipolare la materia, ma semplicemente rivelandone una diversa esistenza, si esprime al massimo nelle singolari opere realizzate con oggetti di uso quotidiano, riciclati e trasformati in creazioni fantastiche. Proprio come un artista, che vede il mondo intorno a sè con occhi speciali, Cecone raccoglie, accosta, combina tra loro oggetti banali e comuni, decontestualizzandoli e facendoli rivivere in una nuova dimensione.
Se l'antologica organizzata dall'onlus Gruppo Costumi Tradizionali Bisiachi ancora nell'agosto 2001 nella sala parrocchiale di Turriaco, in occasione di San Rocco, aveva voluto valorizzare la sua esperta manualità con molteplici materiali, dalla latta dei vascelli al rame dei lavori a sbalzo, dalla tela dei dipinti, al legno delle sculture, un'evoluzione nel suo personale percorso artistico viene evidenziata nell'esposizione “Tra mostri e cavalieri: la vita nascosta degli oggetti”, che il Gruppo stesso ha proposto per la prima volta a Turriaco (GO) nel 2012 e successivamente a Grado (GO): attraverso la selezione di queste singolari opere, viene esaltata la particolarità di un'espressione artistica che è sintesi di creatività ed ecologia, una forma di “ecoarte” che da un lato si pone come riflessione critica verso il consumismo della società moderna, dall'altro sottolinea il legame con i mestieri della tradizione, contrapponendo la globalizzazione del nuovo millennio al mondo rurale dal quale proveniamo.
Ecco quindi che, in questa insolita mostra, protagonisti sono gli oggetti da recupero come marmitte bucate o sellini da bicicletta, oppure cose comuni come posate e maniglie, ma anche attrezzi agricoli, come badili e rastrelli o le vecchie pompe a mano per acqua. Trasfigurati in cavalieri con l'armatura o in arcieri indigeni, in mostri marini o in draghi sputafuoco, questi medesimi oggetti hanno conservato intatta la propria origine, acquistando però una nuova “anima”. Tra Don Chisciotte e Sancio Panza, tra chimere e fenici, le creazioni di Cecone sono il prolungamento ideale della “vita” degli oggetti e rappresentano un'audace incursione nell'arte contemporanea con le sue espressioni innovative ed involontarie.



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